lunedì 8 settembre 2014

ESPLORAZIONI, SCAVI E VAMPIRI_364° episodio

L'opera di depistaggio dei J-Six ha indotto Omega a spiare John e Jack, che fingevano di essere archeologi. Intanto Jordan, Jim, Jeff e Jude hanno fatto perdere le loro tracce, ed in rete non si parla più del cristallo dotato di un potere rigenerante, né dell'elisir di lunga vita, scoperto da un misterioso genetista. Jordan e Jim si sono riciclati come cacciatori di taglie, mentre Jeff e Jude hanno partecipato alla battaglia in difesa del Lago della Nave. I vecchiacci di Omega sono infastiditi da questi sviluppi, ma i due strani archeologi meritano un'attenzione accresciuta. John e Jack, provenienti come gli altri J-Six da un altro piano dell'esistenza, nulla sanno di archeologia, ma hanno già capito che si tratta prima di tutto di saper curare le pubbliche relazioni. I finanziamenti arrivano se i ritrovamenti vengono spacciati per eccezionali. A bordo della Vae Victis, Kong si diverte facendo ricerche sulle affermazioni più bislacche reperibili su Internet, a proposito di civiltà scomparse. Ferox, Fulminatore e la Maga, che al momento non sono in missione, aiutano l'amico e collega a realizzare dei dossier mirabolanti. Così il giorno dopo avere ricevuto le giuste imbeccate, John e Jack organizzano una partenza improvvisa. Questo mette in agitazione le spie di Omega che li attorniano, fingendosi studenti, giornalisti, scrittori e fanatici delle teorie complottistiche. In una teleconferenza a diffusione globale, vengono fatti grandi annunci riferiti a tecnologie non umane, le cui tracce sarebbero state scoperte nelle piramidi e dei megaliti di tutto il mondo. Mettere le mani su dispositivi in grado di scavare, sollevare a grandi altezza e collocare con precisione pietre immense significa business per i vecchiacci di Omega. Significherebbe altresì accedere ad un serbatoio di conoscenze tra le quali potrebbe trovarsi un meccanismo, un siero, un elisir o altro in grado di rallentare l'invecchiamento cellulare. Solo una cosa tiene infatti desta l'attenzione di quei ricchissimi bastardi più degli stermini di massa, ed è la ricerca dell'immortalità. Con la massima teatralità possibile, un vecchio aereo bimotore ad elica decolla da un aeroporto isolato. La rotta lo porterà in una zona desertica, attualmente priva di insediamenti umani, ma che un tempo era la culla di una civiltà che ebbe contatti con gli alieni. Un viaggio lungo e disagevole, che gli sgherri di Omega si devono sorbire; John e Jack invece paiono divertirsi. L'atterraggio è ancora più avventuroso del decollo, giacché avviene su un tratto di terra battuta, in cima ad un altopiano a quota superiore ai quattromila metri. Tutti coloro che scendono dall'aereo, eccetto i due J-Six che si fingono archeologi, hanno perduto completamente il senso dell'orientamento. Le rovine non si distinguono dall'alto, perché la città perduta si sviluppa in profondità. Alcuni massi apparentemente naturali sono in realtà un accesso dissimulato a sotterranei pressoché inesplorati. Come in una recente avventura, nei dossier predisposti da Kong e soci c'è parecchio di vero. Non fosse così, Omega con i suoi mezzi fiuterebbe immediatamente l'inganno. La prima cosa da fare è montare un campo base, con tende e brande. L'aereo è provvisto di una riserva d'acqua necessariamente limitata; i viveri in scatola viceversa abbondano. Le spie di Omega non hanno mai smesso di trasmettere foto e registrazioni audio del viaggio e dell'attività del campo base. Il dottor Occulto comunica con i due J-Six senza ricorrere a radio, telefono o computer. I suoi pensieri pervengono chiari e forti, nonostante l'enorme distanza. Al capo di Evolution risulta che da quell'area provengano emissioni di energie di difficile catalogazione. Può darsi che derivino da qualche singolo manufatto, oppure che giungano da una profondità che merita un'esplorazione più approfondita. Intanto gli archeologi John e Jack iniziano a decodificare i simboli scolpiti sulle poche pietre lavorate, presenti in superficie. Un alfabeto mai catalogato prima; le foto scattate dai due J-Six sono trasmesse di nascosto al super-computer Galadriel. Senza la sua memoria e la sua potenza di calcolo la spedizione rischierebbe infatti di brancolare nel buio per dei mesi. Attingendo a banche dati super-segrete, protette da sbarramenti inviolabili, Galadriel compara quelli che potrebbero sembrare scarabocchi con migliaia di altri. Un simile lavoro richiederebbe una montagna di carta, o innumerevoli videate di computer. Le corrispondenze poco alla volta emergono, anche se la decodifica totale è al momento preclusa. Si tratta di una serie di enigmi, intrisi di mitologie sconosciute, che in sostanza affermano che da quelle parti si trovava l'accesso ad un mondo sotterraneo. Evolution è al corrente in tempo reale dello svolgersi della missione, che si rivela interessante e ricca di indizi. John e Jack, che si confermano essere dei bravissimi emulatori, spiattellano a raffica dotte affermazioni, come se fossero dei pozzi di scienza. Occulto garantisce il flusso informativo tra loro e Galadriel, che sta facendo la gran parte del lavoro. I vecchiacci di Omega sono impressionati, e diminuiscono seppur di poco le loro iniziative criminali globali. Distrarli anche solo per alcuni minuti significa salvare alcune decine di innocenti, che sarebbero stati presi a mitragliate o sarebbero saltati in aria in un attentato a sorpresa nel loro supermercato sotto casa. Come in tutti i film archeologico-avventurosi che si rispettino, ruotare in un certo modo un monolite pesante numerose tonnellate rende possibile scendere una scala di pietra, che sprofonda nelle tenebre dei millenni. Le torce elettriche vengono accese, mentre i due archeologi ed il loro variopinto seguito si assicurano in cordata, come se la loro fosse una missione speleologica. I gradini scavati nella roccia non sono coperti da vegetazione, funghi o muffa, dato il clima estremamente secco. La temperatura dell'antro si differenzia di due o tre decine di gradi da quella esterna. Ci sono molti cunicoli che scendono ulteriormente ed altri che proseguono in orizzontale. Tutti risultano scavati dall'uomo o da un essere dotato di intelligenza e capacità di realizzare strumenti di lavoro ben più potenti delle vanghe e dei picconi. Il gruppetto degli esploratori, affascinati dalla vastità degli ambienti, si sofferma davanti ad uno dei molti graffiti colorati che ornano le pareti. Altri simboli da tradurre, per fortuna assimilabili a quelli che Galadriel ha quasi completamente svelato. Si accenna ad un essere malvagio ed immortale, che si nutre del sangue e dell'energia vitale. Il suo nome è già presente nelle banche dati di Evolution, giacché lo hanno affrontato più volte: Moloch! La notizia raggiunge in un lampo Omega, che mette una grossa taglia sull'antico vampiro. Non ci si aspetta che qualcuno lo catturi; è viceversa sufficiente fornire notizie utili alla sua localizzazione. Frattanto John e Jack conducono la loro strana congrega in un'esplorazione di luoghi che ispirano rispetto e timore. Ci sono altre iscrizioni incise sui muri di pietra, ma la maggiore attrattiva è rappresentata dai corridoi che paiono snodarsi per distanze tali da soddisfare ogni velleità di scoperta. Nonostante la taglia, pochi criminali comuni sanno di Moloch, che agisce in maniera molto discreta, nutrendosi esclusivamente dei devianti dei quali nessuno sentirà la mancanza. Le sparizioni di persone sono molte più di quanto si immagini, e quando gli investigatori non sanno che pesci pigliare ricorrono alla formula della sparizione volontaria. La cronaca riporta di suicidi con modalità poco convincente, ma per uno scoperto ce ne sono cento che non trovano posto sulle pagine dei giornali o nei notiziari su Internet. Il vampiro Bart si muove silenzioso nella notte. La sua zona di caccia preferita si trova dalle parti del più grosso cimitero della città. Ha fame, ma non al punto di trascurare le modalità d'attacco apprese dal suo maestro e dall'esperienza. Ci sono due drogati che si trascinano zoppicando ed inciampando. Hanno appena acquistato una dose dal loro spacciatore di fiducia, e costituirebbero una preda facile, ma solo se Bart intendesse avvelenarsi con gli stupefacenti che si trovano in quantità esagerata nel sangue di quella feccia. Il vampiro preferisce viceversa aggredire lo spacciatore, che gli sembra leggermente più vispo dei suoi clienti. Aspetta che i drogati si allontanino e, compiendo alcuni balzi impressionanti, atterra il delinquente. Costui non si è accorto di essere seguito, quindi viene preso completamente di sorpresa. Non riesce ad estrarre né la pistola, né il coltello a scatto, che però servirebbero a poco contro un vampiro. Bart, senza troppi convenevoli, gli affonda le zanne nel collo, nutrendosi del ricco sangue che ne sgorga. La vittima del vampiro subisce una sedazione, giacché il predatore gli inietta una sostanza che agisce sulla mente, prima che sul corpo. Non intende ammazzarlo, anche perché per farlo dovrebbe scolarsi una quantità di sangue che francamente gli procurerebbe un'indigestione. Presumibilmente tutte le volte che ci si imbatte in una vittima defunta in seguito a morsi vampireschi, si tratta di una maldestra aggressione multipla operata da dilettanti. Lo spacciatore rimane a terra a guardare il cielo, pressoché privo di pensieri. Domani mattina si sveglierà con un mal di schiena, per aver dormito sul duro selciato, ma sul suo collo non ci saranno segni a denunciare l'aggressione subita. Tra le sostanze che il vampiro inocula, ve ne è infatti una che accelera enormemente la guarigione delle lesioni prodotte dalle zanne. Lo spacciatore si sentirà debole per alcuni giorni, poi tornerà a vendere il suo veleno, come se nulla fosse accaduto. Dopo aver pasteggiato, Bart si avvia verso la sua dimora; l'importante è non farsi colpire dai raggi solari, che come è noto producono ustioni molto brutte alle delicate carnagioni dei vampiri. Data l'ora inoltrata, Bart ha ritenuto erroneamente che la zona fosse praticamente deserta. Sfortunatamente per lui, ci sono tre banditi da strada che hanno assistito al suo show. A loro non interessa che abbia abbattuto lo spacciatore, giacché il loro interesse è tutto dedicato alla taglia, che vorrebbero riscuotere. Stanno cercando un vampiro, che dovrebbe essere Moloch, ma questo particolare non è stato loro spiegato. Per quei teppisti, un vampiro vale l'altro, e si mettono d'accordo sulla strategia d'accerchiamento. Quando confabulano tra loro però svelano la loro presenza a Bart, il cui udito è ovviamente super-umano. Gli altri suoi sensi gli dicono quanti sono gli avversari, ed anche la loro consistenza fisica. Accertato ciò, l'allievo di Moloch sogghigna, preparandosi al loro ridicolo tentativo di catturarlo. Gli sprovveduti seguono il vampiro, che ha adottato un passo fluido, con i piedi che sembrano quasi non toccare terra. Bart svolta l'angolo, ed i tre corrono fin troppo rumorosamente per non perderlo di vista. Impiegano pochi secondi a colmare la distanza, o almeno così credono, ma la loro “preda” è scomparsa. Si guardano attorno, estraendo le armi; irritati per essere stati giocati così facilmente. Bart ha intanto raggiunto facilmente un balcone del primo piano, da dove nascosto ai deboli occhi umani, ascolta i respiri pesanti di quei predatori falliti. La nuova tendenza della criminalità, organizzata e spicciola, di cercare di catturare un vampiro, non è sfuggita ai giovanissimi Annusatori delle Tenebre. A bordo dell'auto condotta dall'amica Lyra, nel corso della loro ronda notturna, Piero, Maria, Franca e Gianni percepiscono la diffusione di quell'insana mania. Gli Annusatori delle Tenebre devono i loro poteri a Red O'Neal ed alla Guaritrice di Evolution. Red O'Neal è un vampiro, sebbene provenga da Akros. I suoi allievi corrono quindi a riferirgli quanto hanno appreso perlustrando la notte cittadina con un sesto senso più unico che raro. Contemporaneamente i Giovani Licantropi si aggirano nella dimensione onirica, assieme al Lupo Nero, Clara, Cyberdog e Braxcat. Gli Esploratori dei Sogni osservando e scrutando quello spazio quasi illimitato, dove la velocità del pensiero ti concede di arrivare ovunque in meno di un secondo, raccolgono la sfida dei loro colleghi più giovani. Ci sono infatti altri vampiri in circolazione sul pianeta Terra, ma la loro abilità di disimpegno potrebbe non essere all'altezza di quella dimostrata dall'allievo di Moloch.

giovedì 4 settembre 2014

L'ORGANIZZAZIONE DI GUERRA_363° episodio

Guerra, il cavaliere Rosso, dispone di una organizzazione molto ben articolata che lui stesso ha costruito nel corso dei millenni. Si tratta in primis di militari, ma ci sono anche produttori e venditori di armi. I politici non sono peraltro mai mancati alla sua corte. Di solito si tratta di ometti e donnine timorosi di ogni confronto fisico; ma ciò vale solo per la loro incolumità, non per quella della carne da cannone. I politicanti non temono infatti di mandare al macello tanti giovani che fanno quel mestiere perché non hanno trovato di meglio. I progettisti di armi sono veramente dotati di una grande creatività. Se non ci fossero loro, Guerra sarebbe costretto a farci combattere l'uno contro l'altro armati di schioppi ad avancarica. Il demone sa benissimo che gli umani sono caratterizzati da una capacità di concentrazione molto limitata. Buona per fare lavori stupidi e per mettere al mondo troppi figli. I politici formulano argomentazioni leggere, specie se si considera che servono a mandare la gente a morire in una trincea o in uno sbarco concepito da generali pressoché dementi. I focolai di conflitto devono essere sempre parecchi, per non rischiare che la pace rovini il business miliardario. Guerra segue personalmente alcuni di questi conflitti, lasciando gli altri ai suoi sgherri. In questi giorni, il cavaliere Rosso si sta dilettando a partecipare ad una campagna di conquista condotta da una masnada di pazzi integralisti. Costoro approfittano di un grande vuoto istituzionale di due o tre nazioni delle banane per accrescere un esercito di fuori di testa, provenienti da paesi ricchi e da paesi poveri. In un altro luogo del pianeta, distante migliaia di chilometri, un luogotenente di Guerra fa il possibile per trasformare una faida tribale in un conflitto sanguinoso. Per ottenere questo risultato, ha progettato di fornire a tutte e due le parti in lotta dei vecchi ma ancora funzionanti fucili mitragliatori. Il tizio in questione è un politicante di infimo ordine, sufficientemente furbo da farsi terra bruciata attorno. Una vera carogna più cogli amici che coi nemici. I primi mai si sarebbero attesi un attacco che provenisse da quella parte, e proprio per questo sono caduti come mosche. Il popolo che alle elezioni politiche gli ha riconosciuto un credito insensato non concepisce che quel pallone gonfiato stia realizzando una trama così elaborata e destabilizzante. Comunque gli vada a finire in politica, avrà accumulato abbastanza da prosperare fino alla fine dei suoi giorni; o almeno così crede lui. Le armi devono essere caricate su un aereo, che decollerà da uno scalo non segnalato sulle carte geografiche. Il segreto ammanta tutta l'operazione, onde evitare che i noiosi pacifisti si intromettano, creando disguidi e pubblicità non richiesta. I soldati si guardano attorno, ma non si avvedono della presenza di alcuni giovani, che rischiano, se scoperti a spiare, di fare una brutta fine. Questo è più pericoloso che liberare i cagnolini dai laboratori di ricerca. I pacifisti potrebbero lasciarci le penne ed essere seppelliti sotto qualche catasta di pietre. Hanno fatto un bel lavoro di hackeraggio, che ha permesso loro di trovare quel sito. Ora però servirebbero dei guerrieri, non certo degli appassionati di giochi di guerra, abituati a disporre di un certo numero di vite. La realtà è sempre più complicata della finzione; anche di quella digitale in 3D. La vita disponibile è una, e le pallottole ammazzano o storpiano. I soldati che infestano la postazione super segreta appartengono alle truppe speciali, e sono addestrati a sparare prima di chiederti il nome. La brutta notizia per i pacifisti è che uno di quei soldati è appena sbucato sogghignante alle sue spalle. La bella notizia è che Jedd, il nano tagliagole, ha appena mostrato al militare, da molto vicino, la lucentezza dei suoi lunghi pugnali. Il soldato si blocca istantaneamente, sebbene quello che lo sfida sia alto la metà di lui. Poi però il fanatismo che pervade quegli individui prevale sulla ragione; il guerriero attacca il nano, puntandogli contro un mitragliatore in grado di segarlo in due. Ovviamente ciò sarebbe vero se l'arma facesse in tempo a sparare. La pazienza di Jedd era poca in partenza, ma adesso è esaurita. Non gli ha tagliato la gola, sperando di poterlo fare ragionare. Ora occorre cambiar strategia, anche per evitare che gli spari richiamino altri gendarmi impazziti. Un attimo prima che il tagliagole dimostri perché lo chiamano così, la sua collega Zara proietta la sua frusta in un virtuosismo quasi impercettibile ad occhio nudo. Come fosse un serpente sottile, eppure forte come il metallo, la frusta di Zara avvolge il collo del soldato, privando il suo cervello del sangue necessario a funzionare. Non riporterà danni permanenti solo perché la fustigatrice, quando opera sulla Terra, si deve adeguare alle regole di ingaggio di Evolution. Qwert e Tyop sono lupi potenziati bionicamente, con un computer che li aiuta a gestire le protesi ed i vari dispositivi di cui sono provvisti. Rilevano l'odore specifico dei lubrificanti per armi e l'odore della polvere da sparo contenuta nelle munizioni. Migliaia di mitragliatori sono stati stipati in un grosso magazzino, dopo essere stati sequestrati anni fa. Anche ipotizzando che alcune delle armi abbiano risentito del forzato inutilizzo, gli esperti calcolano che la maggior parte di esse dovrebbe funzionare. Qwert e Tyop entrano correndo da una delle grosse porte aperte del magazzino. Mitragliette comandate dai computer di bordo sono fissate sul dorso dei lupi bionici, che passano velocemente in mezzo al personale addetto alla sorveglianza. La sorpresa è totale; i proiettili non sono studiati per penetrare nelle carni, bensì per esplodere a contatto, con effetto stordente. I lupi escono dalla parte opposta del magazzino, senza avere incontrato resistenza; durata dell'azione: mezzo minuto. Le piccole esplosioni hanno intanto acceso numerosi focolai di incendio, che mettono in difficoltà i militari. Deposte le armi, corrono a cercare gli estintori, ma nel frattempo i primi mitragliatori esplodono, attivando una reazione a catena. I pacifisti, all'esterno, riprendono la scena con le loro videocamere. Pochi secondi dopo, i file sono in rete, ed i giornali riprendono la notizia della base non più segreta. Le truppe speciali cercano una rivincita, circondando Jedd, Zara ed i loro compagni di avventura. Il nano tagliagole e la fustigatrice sono pronti a combattere, con un impeto che sorprende gli esperti assassini prezzolati delle squadre speciali. Il motivo del loro comportamento si evidenzia quando il troll Zadox piomba sul manipolo di umani come una valanga di pietre. Inutile sperare di ferirlo con il munizionamento leggero; ridicolo illudersi di poterlo abbattere con tecniche di combattimento corpo a corpo. Grosse mani e grossi piedi distribuiscono pugni granitici e calci devastanti. Jedd e Zara si tuffano nella mischia, con la frusta ed i pugnali lucenti. Il ritorno dei lupi bionici completa la disfatta delle truppe speciali, che segneranno in nero quella giornata sul loro calendario. Guerra, pur non essendo onnipresente, segue da lontano l'evolversi della situazione di quella battaglia, e la sua valutazione sul suo sgherro politicante si abbassa pericolosamente. I mitragliatori, che il politicante guerrafondaio intende regalare alla sua banda di selvaggi preferiti, sono molti più di quanto lui stesso immagini. Il carico di maggiore consistenza è infatti stato imbarcato su un mercantile. I primi mitragliatori sarebbero dovuti arrivare nel giro di poche ore, grazie ad un ponte aereo con piccoli velivoli, che avrebbero ricevuto frazioni del carico trasportato con un aereo quadrimotore. Questo però non decollerà verso quella destinazione, giacché Zadox ed i suoi amici ci hanno messo lo zampino. Come si è visto, anche questo inconsapevole servo di Guerra è un pallone gonfiato, senza altra capacità di quella di imbambolare i cretini che lo hanno votato. Si tratta invero di un grande potere, ma il fasullo ammette almeno con se stesso di doversi circondare di numerosi consulenti. Tanto pagano quei fessi dei contribuenti. Uno di detti consulenti spiega al suo capo politicante che il piano procede bene, nonostante l'attacco ad opera di una non meglio definita banda di mostri. La nave che trasporta i mitragliatori riciclati è una tra le tante che solcano gli oceani. I pacifisti, decisi ad osteggiare l'indegno traffico, provano con i loro canotti a motore a raggiungere ed abbordare il mercantile. Ricevono in cambio docce gelate, provenienti da idranti manovrati da mercenari senza scrupoli. Hanno avuto l'ordine di aprire il fuoco sui pacifisti, qualora l'acqua gelata non bastasse a dissuaderli. I pacifisti giocano una partita molto pericolosa, perché sperano che i loro avversari temano di essere ripresi dalle telecamere, ma taluni tagliagole ed avanzi di galera possono essere fermati solo da una o più pallottole ben centrate negli organi vitali. Pur non sapendolo, i pacifisti hanno creato la diversione che occorreva ad Evolution. Kong e Ferox sono già a bordo, e si scatena la battaglia. La marmaglia armata fino ai denti spara con fucili, pistole e mitragliette. Un inferno di fuoco accoglie i due mutanti, che sono veloci ed agili come belve della jungla, ma non invulnerabile. Fulminatore li aiuta colpendo con le sue scariche elettriche tutte le armi metalliche dei mercenari, che adesso non possono neppure più impugnare i coltelli. Rimangono comunque in vantaggio numerico, di cento a uno, e si lanciano all'arrembaggio. Ricevono in cambio pugni e calci spaccaossa, nonché fendenti degli artigli della donna leopardo. I guerrieri prezzolati non sanno che Kong e Ferox ci stanno andando piano. Volendo, potrebbero fare una vera strage, ma non è questa la loro missione. Fulminatore si è riunito alla Maga, ed assieme scendono nella stiva, dove si trovano le armi che stanno cercando. Incontrano una discreta resistenza da parte di una decina di sgherri, ma le lame mentali della Maga e le saette bluastre di Fulminatore li riducono all'impotenza ed al silenzio. Le casse contenenti i mitragliatori sono veramente tante; sufficienti ad alimentare un conflitto regionale mediamente destabilizzante. Guerra ha fatto affidamento su una fornitura importante di strumenti di distruzione, ma ancora una volta Evolution si oppone ai suoi piani. Quelle armi non saranno più immagazzinate in un posto che renda possibile il loro riciclo. Della loro eliminazione definitiva se ne occuperà Dragonfire, che è appena atterrato sul ponte del mercantile. Di colpo, tutte le velleità dei mercenari ancora in grado di muoversi si spengono. Il drago prende in considerazione di frantumare le casse ed i mitragliatori con la coda ed i pugni, oppure di incendiare tutto con la sua fiamma. Nel secondo caso, il rischio sarebbe però quello di appiccare il fuoco a tutta la nave, affondandola. Evolution non intende uccidere e distruggere oltre il necessario, quindi Dragonfire manifesterà il suo grande potere generando un globo di fuoco, che brucerà solo ciò che dovrà bruciare. Ferox, Kong, e Fulminatore osservano con attenzione lo sforzo di grande concentrazione che precede l'emissione del plasma caldissimo. La Maga realizza un campo di forza all'esterno del globo di fuoco, per tenere a distanza l'aria, ed evitare che si surriscaldi. Dragonfire colpisce le casse contenenti le armi, che prendono subito fuoco, rendendo visibili i mitragliatori; anch'essi però subiscono l'effetto dell'alito del drago, liquefacendosi. Come previsto, le munizioni contenute nelle migliaia di caricatori esplodono, ma il plasma assorbe istantaneamente la loro forza dirompente. Nessun proiettile viene sparato, e nessuna goccia di metallo fuso raggiunge il pavimento della stiva. Il globo non lascia uscire alcunché, anzi produce una forza centripeta che contrasta quella della gravità stessa. Come in un crogiolo nucleare, la temperatura del globo cresce al comando di Dragonfire. Molte migliaia di gradi, che però non hanno effetto sull'atmosfera. Infine, il metallo delle armi ed il legno delle casse diventano una tiepida cenere grigiastra, che, non più sostenuta dal drago di Evolution e dalla Maga, cade a terra, innocua. Guerra è molto irritato, ma del resto non potrebbe provare altro neppure se volesse. Si consola peraltro con l'altra ventina di conflitti ancora in corso sulla Terra.

domenica 31 agosto 2014

GLI EMISSARI DI CARESTIA_362° episodio

C'è un continente sulla Terra che, sebbene sia abitato dagli umani da almeno un milione di anni, continua a considerarli presenze fastidiose. Poche vere città contendono al deserto il controllo dell'immensa superficie disponibile. Nessuno si è preso la briga di costruire qualcosa di decente troppo lontano dal mare, dai laghi e dai fiumi. L'interno dell'Africa non è privo di acqua, ma essa, quando cade dal cielo in forma di pioggia, produce allagamenti occasionali che ostacolano poco o nulla la desertificazione. Gli uomini originari dell'Africa a quanto pare si accontentano di vivere nelle capanne o nelle tende. I più evoluti tra loro allevano il bestiame o commerciano con metodologie obsolete; altri faticano finanche a controllare la loro stessa demografia impazzita. Se Carestia fosse un dio, l'Africa spetterebbe quasi tutta a lui, che lascerebbe qualche fetta della torta a Pestilenza ed a Guerra. Morte passa a ritirare il risultato dell'operato degli altri tre Cavalieri dell'Apocalisse. Lui lavora dappertutto sul pianeta, raccogliendo tra gli altri gli ammazzati tra gli amanti ed i familiari. Carestia non è un dio, perché non ha alcun bisogno di essere adorato, pregato o invocato. Non gli servono i preti, le chiese e neppure i finanziamenti. Non ha dettato alcun comandamento, scolpito o meno sulla pietra. Inutile bestemmiarlo giacché il suo rapporto con il genere umano è a senso unico: prende senza nulla dare in cambio. I suoi emissari, non essendo sacerdoti, non vestono tonache, non biascicano parole in lingue morte, ma neppure insidiano i bambini altrui. Non hanno fatto voto di celibato, così non devono infrangerlo. A loro non interessa che gli umani si sposino o che battezzino i loro cuccioli. Gli emissari di Carestia vogliono una sola cosa dagli umani: che muoiano di consunzione. Pestilenza gradisce che le sue vittime decedano gridando e sanguinando; in tal senso è simile a Guerra, solo che le vittime di Pestilenza sanguinano da dentro. Gli emissari di Carestia hanno sei zampe, due antenne e gli occhi sfaccettati di tutti gli insetti. Per quel che concerne le ali, gli emissari di Carestia di solito le usano per protrarre la lunghezza dei loro salti. Questo accade quando sono in vacanza. Animaletti solitari e pacifici che però quando iniziano a lavorare diventano frenetici. Si ricordano del dovere radicato nel DNA di ogni essere vivente: la diffusione della specie. Per farlo devono per prima cosa accoppiarsi, quindi cercare e trovare individui del sesso opposto. Accade quando le locuste, a forza di saltellare e svolazzare, capitano in massa in un praticello circondato dal deserto. Gli ingredienti ci sono tutti, e la festa ha inizio. Una festa per le locuste e per Carestia, ovviamente; per tutti gli altri viventi è un grosso guaio. Le uova dei simpatici e pacifici animaletti si schiudono a tempo di record, rendendoli all'improvviso antipatici ed attaccabrighe. Carestia cavalca preceduto da un esercito sterminato, che incrementa se stesso in maniera esponenziale. Mangiano erba, arbusti, insetti, alberi, ma anche animali pesanti quintali o tonnellate. Gli umani scappano o cadono per non rialzarsi più. Qualcuno cerca di spaventare le locuste battendo dei legni uno contro l'altro, o accendendo legna bagnata. Le locuste ignorano i legni secchi e quelli umidi, preferendo le carni calde e ricche di sangue. Normalmente non lo farebbero, ma la frenesia è incontrollabile. Avanzando come una marea pullulante di vita e di morte, lo sciame sterminato si dirige verso un centro abitato. Più un villaggio che una città; case di fango e sterco, piene di pertugi e spifferi. Gli umani si chiudono dentro, ma le locuste entrano facilmente. In ogni capanna ha luogo una strenua lotta contro gli invasori, che resistono molto bene contro i tentativi di schiacciarli. Cani, capre, bovini ed asini, all'aperto combattono una lotta ancora più disperata. Poi la pioggia inizia a cadere, sempre più forte. A migliaia di chilometri d'altezza, il mutante noto come Fulminatore sta infatti convincendo le nuvole a cedere il loro carico d'acqua. Sul velivolo multifunzione di Evolution condotto dall'uomo bestia Kong, Ferox controlla la sofisticata strumentazione, per individuare nuovi bersagli sui quali Fulminatore possa scagliare le sue saette. La Maga fonde la sua mente telepatica con quella del collega, per ridurre l'enorme tensione alla quale è sottoposto. Finalmente piove; gocce pesanti che colpiscono le locuste in volo, abbattendole. Adesso tocca a loro affrontare un attacco che non consente riparo o ritorsione. Ali ed elitre bagnate ed appesantite abbattono al suolo quei voraci divoratori, che annegano nei rigagnoli e nelle pozzanghere. I quadrupedi ed i polli ancora vivi si scrollano di dosso le locuste, e si rotolano a terra per schiacciarle. Una battaglia per la sopravvivenza, alimentata dall'acqua che proviene dal cielo. Le nuvole che Fulminatore può trattare sono tuttavia finite, e con esse le precipitazioni. Gli umani e gli animali del villaggio sono però graziati dalla sorte, o meglio dai venti che prendono a soffiare con la forza tipica di quei luoghi selvaggi. Moltissime locuste giacciono morte o moribonde sul terreno; saranno presto divorate da uccelli ed altre forme di vita, che vedono in esse solo un ricco pasto. Le proteine migrano da un organismo all'altro, affermando la continuità della vita anche nella morte. Carestia, invisibile a quasi tutti, ordina al suo esercito di volare sulle ali del vento, senza opporre alcuna resistenza. Evolution ha vinto una battaglia, o forse ha solo deviato impercettibilmente un impetuoso fiume di distruzione. Gli umani che hanno combattuto all'interno delle loro misere capanne escono all'aperto. Sono coperti di morsicature, ma possono rivedere il cielo, e tanto basta. Quella sera anche loro mangeranno le locuste defunte, perché Carestia da quelle parti è un demone giustamente temuto. Il dottor Occulto viaggia con il suo corpo etereo nel piano astrale; osserva Carestia e l'avanzata del suo esercito di piccole belve divoratrici, che ora dovranno affrontare il Desert Cruiser ed i due formidabili robot. Black Dragon e Robokiller conducono un enorme veicolo metallico che procede pesantemente ma implacabilmente sul terreno cosparso di grosse pietre. Il Desert Cruiser è il risultato del potere di Robokiller, che assimila ed assembla le componenti metalliche di ogni rottame non ancora distrutto dalla ruggine. Un colossale bruto semovente munito di cingoli, ruote ed armi da fuoco di varie dimensioni. Black Dragon è lui stesso un automa, molto simile a Dragonfire, compreso il potere di emettere una fiamma letale. Il Desert Cruiser fornisce un ponte d'atterraggio mobile agli elicotteri che trasportano attraverso l'Africa gli alimenti che servono disperatamente alle popolazioni locali. Tanti personaggi, specie i politicanti, si riempiono la bocca con “la fame nel mondo”, senza sapere di cosa parlano, e senza avere alcuna intenzione di fare qualcosa di risolutivo per contenere quella strage continua. Due robot giganteschi e senza cuore, a bordo di una ferraglia ancora più mostruosa di loro, si dimostrano infinitamente più umani di una moltitudine di bipedi fanfaroni fatti di carne e sangue. Il dottor Occulto avvisa telepaticamente Robokiller e Black Dragon dell'avvicinarsi delle locuste condotte da Carestia. I due colossi metallici non dispongono dei poteri magici e psichici del capo di Evolution, quindi non possono vedere Carestia cavalcare in mezzo alla moltitudine famelica ed assassina. A parte ciò, non hanno motivo di dubitare della pericolosità degli emissari del Cavaliere Bianco. Le torrette provviste di mitragliatrici del Desert Cruiser ruotano, puntando le loro canne verso la nube di locuste. Black Dragon e Robokiller, che nulla hanno da temere da quelle creature, si preparano al massacro. In che modo le locuste concepiscono la morte? Quella che somministrano consiste nella distruzione dei corpi altrui, ed assimilazione nel proprio. Quella che subiscono è una specie di game over in un gioco più grande di loro. Sono animali privi di una vera considerazione di se stessi, ma gli umani che nei secoli si sono contrapposti un esercito contro l'altro, in centinaia di battaglie sanguinose, non si sono di certo dimostrati più intelligenti. La cosiddetta “carne da cannone” è rappresentata da quantità immani di individui che paiono desiderare la disgregazione altrui, riferita ad individui che neppure conoscono. Un odio inarrestabile in nome di astrazioni quali la patria e la causa. Piccole parole che hanno prodotto e producono ancora danni e defunti in quantità. In definitiva, le locuste non sono più stupide degli uomini che si fanno imbambolare da mandanti chiacchieroni. I traccianti sparati dal Desert Cruiser non producono gravi danni, giacché quella nuvola di esseri viventi decerebrati oppone poca o nessuna resistenza alla penetrazione. Subito Robokiller e Black Dragon smettono di sparare quel tipo di munizione, e passano alle granate esplosive. La situazione cambia apprezzabilmente, dato che lo spostamento d'aria e la temperatura causati dagli scoppi creano considerevoli varchi nell'esercito di Carestia, che però non rallenta il suo incedere. I due automi hanno montato sul Desert Cruiser anche dei lanciafiamme, che hanno un effetto decisamente devastante sulle locuste, ma funziona solo a distanza ridotta. Poi la nube verdastra piomba su Robokiller e su Black Dragon; innumerevoli tentativi da parte degli insetti di penetrare le armature dei loro nemici non sortiscono alcun esito apprezzabile. Black Dragon, circondato da quella biomassa pullulante, scarica nel mucchio la sua fiamma caldissima. Ne scaturisce un incendio che si estende a gran parte del nugolo. Carestia, rendendosi conto del rischio di vedersi decimare l'intero sciame, ordina ai suoi stolidi emissari di allontanarsi alla massima velocità dal Desert Cruiser. Il terreno è cosparso di carcasse bruciate, che attirano stormi di uccelli spazzini, affamati e voraci. Il fuoco ha prodotto molti più danni dell'acqua; la ritirata degli insetti ha lo scopo di trovare un luogo adeguato ad una sua rigenerazione e riorganizzazione complessiva. Una vicina oasi subisce quindi un attacco spietato, che non risparmia neppure le palme. I pochi animali presenti si danno alla fuga, riuscendoci almeno in parte. Ciò è possibile solo perché le locuste sono indebolite dalla disfatta appena subita; altrimenti nessuna forma di vita ordinaria potrebbe distanziarle. Dal loro punto di vista, le locuste hanno tutte le ragioni del mondo. Cercano uno “spazio vitale” più vasto, per la loro prole smisurata. La stessa scusa addotta da esseri che sulla carta dovrebbero essere molto più evoluti: gli umani. Carestia opera un controllo totale sugli intenti dei suoi emissari, che adesso sono intenti a divorare e riprodursi. Le loro uova si schiudono con grande velocità; un inno alla vita, che tra un po' diverrà un inno alla morte. Lo sciame infine decolla con un rumore assordante, che ricorda uno stormo di cacciabombardieri ad elica. Percepiscono gli odori di una città che si trova sulla costa; carne vivente e palpitante, che nutrirebbe ulteriormente gli spietati assassini. Alcuni velivoli della protezione civile, carichi di insetticida, si muovono in rotta di intercettazione verso lo sciame. Gli ordini ricevuti sono di scaricare dall'alto i veleni chimici sulle locuste. Però alcune di esse guadagnano quota rispetto al grosso dello sciame, e si scontrano frontalmente con gli aerei e gli elicotteri. Intasano con i loro corpi le prese d'aria, inceppano le eliche, e penetrano finanche all'interno per portare il loro attacco ai piloti. La logica del branco prevale sull'incolumità personale; decine di migliaia di individui periscono così, senza provare alcun tipo di passione. La strategia di Carestia si dimostra vincente, ed i velivoli precipitano al suolo. Gli equipaggi umani muoiono nell'impatto, o subito dopo, divorati fino alle ossa. Gli abitanti della città ora rischiano di incappare in una catastrofe senza precedenti, e si tappano in casa. Qualcuno stupidamente si ostina a circolare in auto, non considerando che per le locuste non è un problema accedere all'abitacolo tramite le prese d'aria. Alcuni veicoli si fermano, giacché le locuste sono penetrate negli scappamenti, morendo ed occludendo. Poi il drago di Evolution scende dal cielo, a bordo del suo dispositivo di volo antigravitazionale. Black Dragon ha dimostrato come la fiamma rappresenti la soluzione finale contro questi insetti a dir poco molesti. L'automa è simile a Dragonfire, ma non dispone della sua fiamma cosmica. Il drago di Evolution proietta dalle sue fauci colossali un plasma, elaborato all'interno del suo corpo pressoché invulnerabile. Il calore dell'emissione è tale che l'aria che la circonda arrostisce in volo le locuste. Il potere dei draghi ha creato innumerevoli leggende, non a caso. Nessun metallo gli resiste, quindi a maggior ragione nessun essere organico ha una minima possibilità di sopravvivergli. Il plasma si estende, seguendo i comandi mentali del drago di Evolution. Avvolge l'intero sciame, trasformandolo istantaneamente in una cenere simile a quella vulcanica. Lo stesso Carestia, che era parte dello sciame, viene avvolto da quell'ondata di annichilimento, implode, precipitando in un altro stato dell'esistenza. Urla la sua sconfitta all'Universo, ma la Terra non gli sarà negata a lungo; tornerà giacché gli umani continueranno ad affamare i loro simili, come hanno sempre fatto nel corso dei millenni.

mercoledì 27 agosto 2014

DISPERAZIONE ED INCUBI_361° episodio

Due ragazze ed un ragazzo, incatenati ad una panca d'acciaio, attendono che il loro rapitore si faccia vivo. Si trovano in un locale sotterraneo, con pareti e pavimento di cemento armato, ed una grata al posto del soffitto. I tre prigionieri non parlano tra loro, sebbene il sequestratore non glielo abbia imposto. Sono chiaramente sotto shock, essendo stati attirati in una trappola con una scusa che avrebbe dovuto suscitare la loro diffidenza: una festa di compleanno. Forse i tre si vergognano di essere stati così stupidi da presentarsi ad un appuntamento al buio. Il rapitore si è servito di un banale volantino, spedito tramite posta elettronica alle sue vittime. I giovani umani si sentono, per qualche motivo ancora da spiegare, più furbi dei loro genitori; specie quando questi molto blandamente, li invitano a non dare confidenza agli sconosciuti. Gli adolescenti sviluppano in quei frangenti una supponenza che li accompagnerà nel corso della loro vita, causando più guai che altro. Certo che se i genitori esercitassero con costanza ed impegno una maggiore attenzione sui comportamenti dei figli, taluni pazzi criminali avrebbero maggiori difficoltà a portare avanti i loro piani delittuosi. Stando segregati in quella cantina è difficile per i tre ragazzi distinguere il giorno dalla notte, poiché la luce che penetra nella cella proviene da luci al neon sempre accese. Per cui i prigionieri non saprebbero dire a che ora del giorno o della notte la grata sul soffitto si apra per permettere al criminale di scendere e di incatenare accanto a loro un coetaneo spaventato. I genitori dei primi tre rapiti si sono già rivolti alla polizia, per denunciare la scomparsa dei figli. I genitori dell'ultimo arrivato non si sono viceversa ancora allarmati per la protrazione della sua assenza da casa. Adesso, come se l'arrivo di un nuovo condivisore di sventura avesse dato forza ai rapiti, tutti assieme urlano per attirare l'attenzione di qualcuno che li liberi. Volano richieste dapprima educate ed implorazioni, seguite da insulti al loro sequestratore, ma tutte quelle emissioni di fiato restano fini a se stesse, e cadono nel vuoto. Subentra inevitabilmente la disperazione delle ragazze e dei ragazzi che si rendono finalmente conto di non poter strappare quelle catene. Nei fumetti e nei film basta arrabbiarsi al punto giusto; nella realtà l'acciaio è molto più forte della carne e delle ossa, dei giovani e degli adulti. Il pazzo rapitore non intende farli morire di fame, e fornisce loro del cibo, calandolo dall'alto. Non sono ancora riusciti a vederlo in faccia, ma forse questo è un buon segno. Non li lascerebbe di certo liberi, qualora fossero in grado di identificarlo. Al momento di lui sanno solo che è un uomo alto, robusto e non troppo giovane. Uno come tantissimi altri. I quattro rapiti hanno appena condiviso questa riflessione, che rafforza un po' la loro volontà di non lasciarsi andare. Purtroppo però il criminale decide di mostrare il proprio volto alle vittime, che inevitabilmente ne deducono la sua decisione di ucciderli. Dopo quella che potrebbe essere stata la loro ultima cena, i due ragazzi e le due ragazze si abbandonano ad un sonno disturbato. Vagano in lande desolate, inseguiti da persone cattive. Si sentono regredire a quando erano bambini, ed avevano paura del buio e dei lupi cattivi. Quando si svegliano nel cuore della notte sono sudati e doloranti, come se avessero corso e fossero caduti tra rovi e rocce. Poi, depressi e debilitati, riprendono a dormire in quella scomoda posizione seduta. La loro notte corrisponde alla notte esterna, giacché non sono prigionieri da un tempo sufficiente a fare andare fuori sincrono i loro bioritmi. Fosse per il criminale che li ha rapiti, tutto ciò finirebbe nel giro di due giorni, compresa la loro vita. Il pazzo ha infatti fissato una data per l'esecuzione dei giovani. Non può infatti permettersi una detenzione troppo lunga, correndo il rischio di essere scovato in qualche modo. Il delinquente non teme per la propria incolumità, ma se dovessero catturarlo o ucciderlo non porterebbe a termine il suo piano. Viaggiare nei sogni altrui, per lenire l'altrui sofferenza è lo scopo degli Esploratori dei Sogni. La loro ronda notturna li porta attraverso meandri che per i dormienti costituiscono le porte per precipitare in altrettanti incubi. Gli Esploratori dei Sogni però sono decisamente svegli; le creature della dimensione onirica lo sanno e si tengono alla larga. Questa notte tuttavia il loro nemico non è un incubo ricorrente e debilitante, che assilli un sognatore adulto o bambino. Questa notte gli Esploratori dei Sogni rispondono al richiamo di persone che soffrono nella dimensione che noi chiamiamo realtà. I quattro segregati non condividono il medesimo percorso onirico, per cui capita solo ad una delle ragazze di incontrare il famoso Lupo Nero. Si tratta dell'animale demone che ha appena sgominato, assieme alla giovane viaggiatrice spaziale Lyra, una cellula terroristica che si apprestava a fare esplodere una bomba atomica in un centro urbano. Questa notte non sorveglia i corpi addormentati dei suoi amici Esploratori dei Sogni, ma si aggira nei boschi e corre nei prati di quella mutevole dimensione. I Giovani Licantropi, Clara, Cyberdog e Braxcat condividono con il Lupo Nero un particolare fiuto, frutto dell'esperienza. Individuano in un contesto apparentemente caotico ed estremamente mutevole i dormienti che hanno bisogno del loro aiuto. Lupo Nero volta la sua enorme testa verso la ragazza, che vedendo quegli occhi luminosi scappa impaurita. L'animale demone è abituato a queste reazioni, peraltro prevedibili. Fiutando una pista che classifica come interessante, istintivamente si dissimula nelle ombre, per potersi meglio avvicinare alla giovane spaventata. Ovviamente neppure gli Esploratori dei Sogni possono pattugliare tutto lo spazio onirico, corrispondente alla metà dell'emisfero terrestre immersa nelle tenebre notturne. Ecco perché tra tutti solo il Lupo Nero segue la traccia che lo conduce ai quattro giovani rapiti. La polizia frattanto è stata avvisata della sparizione del quarto giovane. Il sospetto degli investigatori è che si tratti di situazioni riconducibili ad un unico disegno criminale, giacché tutti hanno ricevuto il medesimo invito. La polizia non conosce però i motivi che hanno indotto il delinquente a sequestrare proprio quelle quattro persone. Escluso un crimine dettato dall'impeto, rimane la premeditazione. Uno dei motivi scatenanti dei delitti in genere è la vendetta, anche per interposta persona. Il criminale ritiene infatti di essere stato danneggiato dai genitori dei quattro adolescenti; la sua vendetta trasversale consiste appunto nel colpire i loro figli. Costoro sono indubbiamente innocenti, ma sovente il limite tra la pazzia e la tendenza criminale è molto tenue. A volte capita, svegliandosi, di avere davanti un'immagine onirica che pare restia ad abbandonarci. Di solito svanisce come un nebuloso fantasma, ma in questo caso il Lupo Nero permane più a lungo del solito al cospetto della ragazza spaventata. Il possente animale demone si guarda attorno, fiutando rumorosamente, quindi si gira e si allontana. Agli altri tre segregati, che non hanno assistito alla manifestazione fantasmatica, difetta lo spirito necessario ad assecondare l'allarme della loro collega di sventura, e neppure fanno caso ai suoi tentativi di narrazione. Difficile viceversa anche per loro ignorare Braxcat, che cammina tranquillamente sulle pareti in cemento armato della cella. Da dove è arrivato quello strano gattino? I quattro giovani sospettano di essere stati avvelenati con intrugli allucinogeni, giacché chi ha mai visto un gatto muoversi incurante della gravità stessa, come se fosse un ragno o un insetto? Braxcat un tempo era un comune gattino, vessato da una carogna umana. Questo accadeva prima che il demone Braxal lo trasformasse nel suo araldo; i motivi di Braxal sfuggono per definizione alla comprensione umana, quindi è inutile e pericoloso provare ad indagarli. Il rapitore, che si ritiene il padrone di quel luogo di sofferenze, accorre per sedare l'insopportabile tumulto che si leva dalla fossa. Ha programmato di annegare i ragazzi e le ragazze, e gli basterebbe aprire un grosso rubinetto per farlo. Essendo uno che assume psicofarmaci, il fuori di testa non si stupisce vedendo distintamente un gatto che cammina sui muri. Quando però cerca di colpirlo con un bastone, Braxcat gli dimostra di essere dotato di unghie particolarmente acuminate, e lo insegue, emettendo miagolii agghiaccianti. Il folle scivola e cade; si rialza, mentre il gattino demone gli fa assaggiare i suoi piccoli artigli. Un gattino demone che gioca con un topo umano. Gli Esploratori dei Sogni hanno già avuto modo di avvisare la polizia, che sta arrivando. Non farà tuttavia in tempo ad evitare che il Lupo Nero intervenga nella disputa e la concluda a modo suo, strappandogli tra immani sofferenze le carni e la vita stessa. I ragazzi e le ragazze rapiti, ancora incatenati alle panche si stringono l'uno contro l'altro, quando l'ululato del Lupo Nero scuote l'aria e si propaga a notevole distanza. I Giovani Licantropi stanno muovendosi nella dimensione onirica, inseguendo un richiamo di diverso tipo. Preferirebbero combattere con un mostro pieno di tentacoli e di pungiglioni, piuttosto che dover ascoltare le parole di autocommiserazione di ragazzini che non riescono a fare parte del branco. Gli umani sono solitamente più malvagi dei lupi, che consentono a tutti di partecipare alla caccia collettiva. L'unica spietatezza di questi tremendi predatori si manifesta nei confronti di quanti si attardano, e vengono assaliti dai nemici. Il branco non torna indietro, perché il singolo è sacrificabile, specie quando non si impegna a sufficienza. Nella società umana invece, non dovendo lottare per il cibo, la cattiveria si sfoga a livello psicologico. Ragazzini che dovrebbero concentrare le loro energie nello studio e nello sport soffrono della emarginazione ordita dai capibranco ottusi. Si direbbe che l'uomo dopo avere sconfitto le belve si rivolti contro i suoi simili, perché trova gratificante farlo. Rebecca e Sonia, nelle loro forme licantropiche, individuano un ragazzino che vaga in un bosco tetro e nebbioso. Si è adattato al ruolo imposto dai suoi detrattori, ritirandosi in se stesso, e convincendosi di non meritare di uscire allo scoperto. Ecco il motivo di quel luogo angoscioso. Al ragazzino necessita una buona scossa, e le due lupette mannare che gli scivolano accanto, silenziose come il vento, gliene forniscono una valida. Gli sorridono, mostrandogli una moltitudine di denti acuminati, risvegliando in lui una sopita voglia di vivere. Una cosa è sognare un posto triste, nel quale crogiolarsi nella autocommiserazione, una cosa ben diversa è essere inseguiti da due giovani licantrope che ti mordono gambe, spalle e sedere appena scivoli o rallenti. Rebecca e Sonia hanno fiutato la disperazione di quel bamboccino e gli stanno dando una lezione. Essendo per metà lupo, le due simpatiche ragazze ridono in faccia a chi fa una tragedia quando si sente respinto dai suoi simili. I lupi cacciano in branco per opportunità, ma ognuno di loro è bravo a farlo anche da solo. Forse, senza questa salutare strigliata onirica, il bamboccino, che nella nostra realtà è conosciuto col nome di Carlo, si sarebbe finanche buttato dalla finestra, o impiccato malamente. Adesso invece, mentre corre a perdifiato, pensando solo a mettere in salvo la pelle. Sonia e Rebecca sono in grado di intervenire sul sogno della vittima del loro gioco. Corre lungo un sentiero di montagna, tenendo d'occhio le due tremende inseguitrici, che con il minimo sforzo saltano burroni, tronchi abbattuti ed alte formazioni rocciose. Evidentemente potrebbero prenderlo in qualsiasi momento. Dopo una curva, il bamboccino scorge alcuni bambini più piccoli, che stanno giocando. Grida loro di scappare, perché stanno arrivando i lupi mannari. I bambini tuttavia continuano come se nulla fosse con le loro corsette e le loro urla acute. Carlo, colto da un improvviso impeto di eroismo, Carlo decide di fermarsi per provare a difenderli, in una battaglia finale sicuramente cruenta. È passato dalle manie quasi suicide ad altre più degne di considerazione. Quei bambini meritano protezione, e Carlo raccoglie un bastone, pronto a usarlo. I quattro Annusatori delle Tenebre si stanno divertendo molto ad interpretare la parte dei bambini minacciati dai lupi mannari. Quando Rebecca e Sonia atterrano dopo un balzo lunghissimo, sollevano un polverone, mostrando grandi denti bianchi. Brontolano, come se volessero sbranare tutti i presenti. Poi la finta battaglia ha inizio, con Carlo che cerca di prendere a bastonate Sonia; lei schiva agilmente ed ogni tanto gli fa assaggiare i suoi artigli. Rebecca ed i marmocchi tremendi si scambiano colpi che metterebbero fuori combattimento un umano non potenziato. Carlo nota che quelli che si è fermato ad aiutare rimbalzano come palle di gomma, circondando la lupetta mannara. Poi però Pedro e David arrivano di corsa, per giocare anche loro. Diversi mutaforma locali interrompono quello che stavano facendo per assistere allo show dei terrestri, e si mettono pure a fare il tifo per l'una o l'altra squadra. Al suo risveglio, Carlo ricorda vividamente gli eventi, e riflette a lungo sulla insolita esperienza. La definirebbe un messaggio, che lo ha cambiato. Più tardi, a scuola, uno dei soliti bulli finisce a terra, per effetto di uno spintone che Carlo gli ha somministrato a titolo di avvertimento. Nella piccola folla festante, Carlo nota per un attimo il volto di Sonia, che gli permette di farsi riconoscere in sembianze umane. Poi scompare veloce come una belva dei boschi.

sabato 23 agosto 2014

DRAGONFIRE DISTRUGGE_360° episodio

Il drago avanza come avanzerebbe un bulldozer o uno schiacciasassi. Non corre verso i nemici urlando come un barbaro tinto in faccia, perché non ha bisogno di dipingersi per suscitare terrore. Il fatto che i proiettili delle mitragliette gli rimbalzino contro ed addosso dovrebbe indurre chi spara a tagliare la corda. I calibri più grossi, in grado di perforare le protezioni antiproiettili della polizia, cercano rabbiosamente di scalfire la corazza naturale di Dragonfire. Ed in effetti qualche piccolo danno lo producono, ma è riparato quasi istantaneamente dal potere rigenerativo del potentissimo rettile spaziale. Poi avviene lo scontro tra lui, alto tre metri e pesante settecento chili, e loro, decine di umani robusti e combattivi. Il risultato è una frantumazione unilaterale di costole, vertebre, braccia, gambe, bacini e teste. I caschi che proteggerebbero quelle testoline in caso di caduta da una moto di aprono come noci di cocco quando i pugni di Dragonfire li percuotono anche solo di striscio. Qualche sopravvalutato pugnale da truppe speciali tenta il miracolo non riuscito alle mitragliette ed ai fucili a pompa. L'acciaio temprato però si scheggia urtando con la sostanza pressoché indistruttibile che costituisce l'armatura dell'alieno verde di Evolution. Per quale motivo questi cretini si siano facendo massacrare dal drago non è chiaro. Forse per fare scrivere qualcosa di originale sulle loro lapidi; ammesso che i becchini riescano a distinguere in quel macello i pezzi di cadavere da assegnare alle singole sepolture. Fare saltare in aria una diga è certamente un'idea stragista di prim'ordine. Morti annegati a profusione; adulti, bambini ed animali di compagnia e d'allevamento. Difficoltà a recuperare i resti ed a rimuovere le macerie. Sepolti vivi che agonizzano per giorni interi. Un obiettivo degno di Omega, che fa ogni sforzo per meritarsi il nome che si è data. Fortunatamente per i civili e gli innocenti, non è affatto facile fare saltare una diga. Di solito si tratta di un immenso muro di contenimento in cemento armato, addossato ad un argine di terra e roccia, ancora più pesante ed inamovibile. Ordigni atomici a parte, gli esplosivi possono al massimo creare una falla, ma il grosso della diga reggerebbe. Nelle profondità della struttura, il capo dei guastatori ormai guastati e due suoi fidati tirapiedi si preparano appunto ad aprire una falla nella diga. A valle è in atto uno sgombero dei civili, ma le operazioni sono complicate dalle strade strette e sterrate. Quando scaturisce dalle ombre, il Ninja Grigio non produce alcun rumore percepibile da orecchio umano. I terroristi hanno creduto di depistare Evolution, ma è oltremodo difficile ingannare il più potente telepate della Terra. Gli stupidi mercenari non incasseranno di persona i ricchi premi; forse le loro vedove, sebbene non sia il caso di fidarsi della correttezza contrattuale dei perfidi vecchiacci di Omega. I mercenari dovevano trattenere il drago, affinché tre di loro facessero deflagrare le bombe. La spada nera del Ninja Grigio attraversa da parte a parte uno dei tre, che sente venir meno la sua forza vitale, come se finisse in un gorgo. Mentre gli occhi di volgono verso l'alto, mostrando la sclera, la porta di qualche inferno si apre per lui. Gli altri due terroristi aprono il fuoco, ma il guerriero delle tenebre non è più lì. Sbuca da un grumo di oscurità distante una decina di metri, ma solo per colpire con la sua lama incantata il detonatore degli esplosivi, distruggendolo. Nel frattempo il buio si è infittito, rendendo sempre più foche le luci al neon. Poi il mugolio agghiacciante di Ferox annuncia che anche la donna leopardo di Evolution si è unita alla festa. La katana del Ninja Grigio lampeggia nell'oscurità, ma è una luce che annuncia una morte violenta particolarmente dolorosa. Evolution ed i suoi alleati non vanno tanto per il sottile con i terroristi ed i criminali in genere. Magistrati ed avvocati fanno le chiacchiere, quindi la giustizia si deve rivolgere a ben altri araldi. La lama e gli artigli fanno a gara nel dispensare la morte a chi la voleva elargire in grande quantità. Dopo pochi secondi di membra sbudellate e sbrindellate, il silenzio cala all'interno della diga. All'esterno il possente Dragonfire non ha ancora abbandonato il teatro del suo personale sterminio. Il dottor Occulto, con il quale è in contatto telepatico, ha infatti ipotizzato che il piano di Omega fosse ancora più elaborato, e così è. Quello che si avvicina a volo radente è infatti un aerosilurante, vecchio ma ancora in grado di riuscire nella strage della diga. L'idea ai terroristi è venuta guardando un documentario sulla seconda guerra mondiale. Volendo abbattere delle dighe in territorio nemico, il sistema escogitato fu appunto quello di sfruttare l'acqua del bacino per lanciare un siluro. Dragonfire si leva in volo grazie al dragoncraft progettato e realizzato dal geniale uomo bestia di Evolution. Kong ha attrezzato il super gruppo con questi dispositivi, che traggono energia dai mutanti e dal drago. Il dragoncraft sviluppa una forza antigravitazionale in grado di staccare da terra pesi molto superiori ai settecento chili dell'alieno verde di Evolution. Il risultato è che Dragonfire è molto più veloce del lento aerosilurante propulso ad elica, appesantito da un enorme siluro. Si tratta peraltro di una tecnologia vecchia di decine di anni, recuperata in qualche magazzino di armi dismesse. Il pilota dell'aerosilurante è molto sicuro di sé; forse è drogato e mezzo ubriaco, ma questo non lo salverà dal disastro. In un attacco dall'alto, emettendo la sua fiamma invincibile, il più forte tra i super eroi investe aereo e siluro in una fornace senza scampo. La carne del pilota non ha neppure il tempo di cuocersi, limitandosi a diventare direttamente cenere. Le ossa reggono una frazione di secondo di più, prima di fare la stessa fine. Quando l'elica cessa di girare, il motore che la spingeva è già semi fuso. L'esplosivo convenzionale tenta di fare comunque il suo dovere, sebbene il siluro stia gocciolando nell'acqua sottostante meteore con temperatura multipla rispetto a quella di fusione dell'acciaio. L'esplosione non avviene giacché quello che fino a due secondi prima era un aerosilurante implode senza gloria alcuna. La diga è salva, e così centinaia se non addirittura migliaia di vite innocenti. In queste situazioni è quanto mai chiaro come Dragonfire sia un riequilibratore naturale senza pari e forse senza precedenti. Spazza via dell'esistenza la feccia vivente nemica della vita. Rimane tuttavia da eliminare il pericolo correlato alla seconda bomba atomica, rivelata dagli sforzi investigativi congiunti di Evolution, degli Annusatori delle Tenebre, di Galadriel e degli Esploratori dei Sogni. Il Lupo Nero si muove ancora prima che i suoi amici si sveglino tornando nel nostro stato dell'esistenza. Non c'è tempo da perdere, e la Maga lo guida telepaticamente al suo obiettivo. Il dottor Occulto chiede a Lyra di partecipare a questa azione. La giovane extraterrestre, che collabora con gli Annusatori delle Tenebre e con Red O'Neal, accetta. La sua tuta dispone infatti della tecnologia superiore necessaria ad accedere al nascondiglio principale di questa banda di emissari di Omega. Costoro però reagiscono ferocemente, e la ucciderebbero se riuscissero a superare le difese del suo supporto esoscheletrato. Riescono tuttavia ad accerchiarla, incuranti delle perdite, ma l'irruzione del Lupo Nero capovolge la situazione. Il possente animale demone strappa braccia, gambe e teste, impedendo finanche l'autodistruzione della postazione terroristica. Prima di andarsene e prima che arrivi la polizia, il Lupo Nero sgranocchia con gusto un osso ormai quasi privo di polpa. Zara la fustigatrice e Jedd il nano tagliagole si sono travestiti da viandanti del deserto, perché le tracce lasciate dai teppisti bombaroli, che hanno tentato di collocare due ordigni nucleari in città e di fare saltare in aria una diga, conducono in quelle lande desolate. Zadox il troll, date le dimensioni impressionanti, si muove solo durante la notte, ma mantiene il contatto con Zara e Jedd. Anche i lupi bionici Qwert e Tyop metterebbero in allarme chiunque, con i loro inserti di metallo; quindi fanno gruppo con il troll, in attesa che ci sia da menare le zampe e le zanne. Recentemente la marmaglia terroristica ha preso di mira anche i giornalisti ed altri perditempo, che confondono i teatri di guerra con i parchi giochi. Questi fessacchiotti si illudono che i microfoni e le telecamere inducano i terroristi a trattarli bene; come se quella marmaglia avesse bisogno di loro per fare business e propaganda. Un tempo le cose forse andavano così, ma ora i lanciatori di pietre ed i bombaroli da piazza del mercato hanno fatto un pericoloso salto di qualità. Oggigiorno i giornalisti vengono catturati per chiedere improponibili riscatti multimilionari. Una scusa per tagliare loro la gola in diretta, come si usa fare tra fanatici dei filmati autoprodotti. Gli smatphone ed i tablet rendono possibile condividere agevolmente qualsiasi contenuto, senza entrare nel merito dei contenuti. Uno di questi giornalisti ha appena concluso la sua esistenza terrena tra le sabbie del deserto, con uno sgozzamento molto poco glorioso, operato ai suoi danni da un occidentale mascherato di nero, convertito alla causa degli attaccabrighe e degli assassini di massa. Zara e Jedd possono passare per una turista accompagnata da un servitore tuttofare (sebbene a lui quel ruolo non piaccia troppo). Gironzolano tra i villaggi di gente poverissima, che farebbe volentieri a meno di quella guerra santa per fessi. Si informano con molta discrezione sulle attività dei fanatici. Alla fine assumono un atteggiamento sufficientemente esagitato da rendere possibile il loro arruolamento in prova nelle file della marmaglia assassina. Per prima cosa intendono mettere le mani sul traditore che ha ammazzato il reporter; poi inviteranno Zadox, Qwert e Tyop alla resa dei conti. Il traditore in questione è uno dei tanti cretini cresciuti e pasciuti nell'opulento occidente, che improvvisamente decidono di dover fare qualcosa di molto drastico. Gli psichiatri televisivi indulgono in insensate analisi sui motivi profondi di tali conversioni. Senza perdere tempo a studiare le cose che evidentemente agli psichiatri hanno bruciato il cervello, l'uomo della strada risponderebbe che si tratta di pazzi bastardi ingrati. Cosa c'entra la religione con la gola di quel povero fesso di giornalista? Anche lui si credeva un eroe, ma non aveva capito di essere finito in un conflitto più intra-religioso che inter-religioso. Zara è bravissima nel combattimento corpo a corpo, ma non ha ancora tirato fuori la frusta, con la quale fa dei mezzi miracoli. Jedd è il vero tagliagole della situazione, ma non si accanisce vigliaccamente sulle persone legate ed inginocchiate. Per quanto la marmaglia integralista sia a dir poco maschilista, molti di quei fottuti cammellieri ci provano con Zara, che però nulla vuole avere a che fare con simili cretini. Lo spiega in vari modi, a diversi personaggi, spezzando loro braccia, clavicole e frantumando rotule. Dopo un po' anche i più fessi si tengono alla larga da lei, per arrivare integri al martirio. In un'azione particolarmente vigliacca contro un villaggio di gente povera e disarmata, i guerriglieri fasulli malmenano donne, donne a bambini. Zara e Jedd sfruttano la confusione per adoperare le loro arti peculiari contro i terroristi. Il nano tagliagole irrompe in una casa, mentre in tre si accingono a violentare tutte le donne e le bambine presenti. Jedd estrae i suoi coltelli affilatissimi ed esegue una serie di passi di danza e di salti, che fanno parte del suo repertorio di dispensatore di morte. Quando il primo dei tre criminali si accorge di perdere sangue dalla gola recisa, gli altri due sono già stati accoltellati. Non molto lontano, la frusta di Zara colpisce le giunture della marmaglia, abbattendoli al suolo. Poi con la medesima arma li strangola uno dopo l'altro. Nel caos dell'assalto al villaggio, il colossale Zadox si è avvicinato per aiutare i suoi amici. Sebbene sia alto e massiccio oltre ogni umana possibilità di emulazione, il troll sfrutta le ombre ed ogni riparo. La sua natura gli permette infatti di trovarsi a suo agio tra le rocce e le macerie della umana follia. Ogni suo pugno distrugge la debole carne e le fragili ossa dei suoi avversari. Le pallottole non lo fermano, ma, infastidendolo, lo rendono ancora più pericoloso. I lupi bionici Qwert e Tyop trovano alfine il traditore che dovevano stanare. Essendo un vile si trova ai margini di quella battaglia senza gloria. Gli sarebbe convenuto rimanere in patria a fare il cantante strapagato. Le zanne e le mascelle di Qwert e Tyop risentono positivamente degli apporti e degli inserti metallici che li hanno resi ciò che sono. Con movenze a metà tra il robotico ed il lupesco, le due belve convergono in perfetta sintonia sulla loro preda, che viene abbattuta come fosse un fuscello. Quindi, prima che il traditore possa aprire bocca per urlare, lo riducono sapientemente in brani difficilmente riconoscibili.

martedì 19 agosto 2014

BOMBE, PAZZI E DIGHE_359° episodio

Sebbene una bomba atomica possa essere collocata in varie zone della città, producendo comunque grandi danni, non è facile trasportarne i pezzi ed assemblarla. Galadriel scruta e percorre Internet con una potenza, una velocità ed una perizia irraggiungibili da qualunque cervello umano. Riferimenti ad esplosioni, distruzioni, stragi e simili ne trova anche troppe, visto che la cosiddetta rete sembra essere diventata il rifugio dei pazzi e dei mitomani. Il super computer senziente discrimina necessariamente all'interno di una quantità smisurata di post, tweet e vaneggiamenti vari ciò che può essere correlato ad effettive pericolosità. Non sarebbe infatti il caso di chiedere a Ferox di braccare qualche giovinastro brufoloso e sociopatico. Sono individui pericolosi, ma solo per se stessi. Ferox viene viceversa inviata ad indagare su una ditta di spedizionieri, sospettati dì avere importato componenti utili alla fabbricazione dell'ordigno. Grossi camion pervengono ad una struttura scoperta ma cintata; dovrebbe trattarsi di una rimessa notturna per i bisonti della strada. La donna leopardo li scruta non vista, nascosta tra le foglie di un albero, dove si sente a suo agio come una belva della jungla. Gli umani che scendono dai camion hanno in effetti un atteggiamento sospetto. Le loro interazioni ricordano più quelle dei galeotti in libera uscita che quelle tra onesti lavoratori sottopagati. Ferox deve accedere all'unico caseggiato coperto presente entro la cinta. Quando scende la notte, la sua natura felina si esalta al massimo, e chiunque si frapponga tra lei ed il suo obiettivo rischia di lasciarci le penne. Le guardie armate non si accorgono che lei è scivolata dentro la cinta muraria, ed è un bene per loro. Silenziosamente Ferox fruga tra scatoloni e casse alla ricerca di un oggetto che non dovrebbe trovarsi lì. Trova anche dispositivi meccanici complessi, ma non utilizzabili per realizzare uno strumento di distruzione di massa. La pista sembrerebbe esaurirsi nel nulla, sennonché un allarme elettronico attiva una rumorosissima sirena. Una moltitudine di tagliagole schizza sollecitamente fuori da ogni tana o buco. Armati di mazze, coltelli, machete e pistole si lanciano all'attacco, certi di poter sbaragliare con la forza del numero la famosa e micidiale mutante felina. Questo sviluppo rende ulteriormente sospetta l'attività di rimessaggio, che finora era risultata fin troppo regolare. L'eccessiva applicazione delle norme di legge è infatti in talune attività a dir poco insolita. Ma adesso la parola passa alle armi dei camionisti ed agli artigli della donna leopardo. Si capisce subito che quelli che spavaldamente si tuffano nella mischia letale sono esperti nel combattimento corpo a corpo. Nessun autista rischierebbe infatti di farsi sventrare da Ferox, la cui fama la precede. Costoro sono di certo molto ben retribuiti e fin troppo sicuri delle loro possibilità. Capita tuttavia agli esperti di arti marziali di sopravvalutarsi. Sovente poi è sufficiente un cane o un gatto particolarmente agguerriti per rendere inutili anni ed anni di sudate in puzzolenti palestre. Ferox però non è un gattino; i suoi artigli non sono semplici unghie, bensì lame in grado di intaccare l'acciaio. Sono formidabili come il titanio; le ossa umane pertanto non rappresentano alcun credibile ostacolo alla loro penetrazione. In un balenio di lame e di artigli mutanti, il sangue sgorga copioso, ma non è quello di Ferox. Nel crescendo della lotta i pazzi umani non focalizzano che finora la donna leopardo ci è andata giù piano. Ora che si sta veramente innervosendo, decine di vite allo sbaraglio sono a rischio di drastica e dolorosa interruzione. Solo un intervento esterno può salvare quei cretini. La detective Lucrezia, accompagnata dalle colleghe telepati Valeria ed Elisabetta, deve impegnarsi non poco per farlo. La detective, grazie alla simbiosi con Ferox, dispone di poteri felini che ora utilizza per collaborare con la sua amica. I loro avversari più fortunati evitano pertanto di farsi sventrare da Ferox, e si accontentano di essere storditi dalla poliziotta, che li percuote con calci e pugni di potenza inaspettata. Elisabetta e Valeria estraggono le pistole, pronte ad intervenire contro chi volesse portare lo scontro su un livello di pericolosità più alto. I meno esagitati tra gli spedizionieri decidono allora di fare lavorare il cervello, cessando unilateralmente le ostilità. Dopo pochi minuti, gli ultimi tra gli stupidi si trovano stesi a terra, sanguinanti o semplicemente pesti. Le due assistenti di Lucrezia li tengono sotto tiro con le loro pistole. La detective prende il comando delle operazioni, ma tutti gli occhi ancora aperti sono puntati sulla donna leopardo, pronta a riprendere le ostilità. Gli spedizionieri ammettono alcune irregolarità nei loro carichi, negando recisamente il coinvolgimento in cospirazioni terroristiche. Ferox, Lucrezia, Elisabetta e Valeria vengono accompagnate a visionare i container ed il carico. Dopo una meticolosa e noiosa verifica, la detective annuncia che segnalerà le infrazioni riscontrate. Questa pista si rivela quindi apparentemente infruttuosa rispetto all'indagine principale. Il dottor Occulto, che a bordo della Vae Victis coordina le operazioni, prende nota. Dragonfire, che è pronto a partecipare alla ricerca dei componenti della bomba atomica, deve volare con urgenza ad alcune centinaia di chilometri di distanza. È in atto un assalto ad una diga; i criminali minacciano di farla saltare, annegando e spazzando via un numero imprecisato di abitanti della valle sottostante. Il terrorista, che coordina l'assemblaggio della bomba atomica urbana, viene colto da una crisi di ulteriore follia criminale, quando viene a conoscenza dell'apparente insuccesso di Ferox. Il punto è che Galadriel non aveva sbagliato ad indicare quella traccia, perché essendo un super-computer elabora dati e non impressioni. Gli stessi spedizionieri non erano a conoscenza della misura del loro coinvolgimento nel piano. I pezzi che dovevano arrivare ed essere distribuiti non potranno più sfruttare quel canale; l'azione della donna leopardo è stata quindi utile in quanto preventiva, anche se lo si certificherà solo alla fine delle operazioni. Fulminatore e Kong sono stati allertati dagli Annusatori delle Tenebre. I quattro ragazzini, allievi del vampiro di Akros noto come Red O'Neal, sono infatti sensibili a tracce tenui e quasi impalpabili. Di notte, assieme all'amica extraterrestre Lyra, circolano per la città ad “annusare” piste, che nel silenzio diffuso diventano visibili a chi abbia la facoltà di vederle. La notte ed il sonno ci inducono ad abbassare la guardia, come sanno bene anche gli Esploratori dei Sogni. Fulminatore e Kong trovano una bomba atomica quasi completamente assemblata, collocata su un basamento tubolare d'acciaio. Si trova, come prevedibile, in un enorme locale sotterraneo, collocato sotto un anonimo palazzo. Gli umani non sono capaci di raccogliere le molteplici informazioni che rimangono invischiate in una onnipresente ragnatela che pervade la nostra realtà. Chiunque abbia contribuito a costruire quella bomba ha, senza volere, lasciato in giro pezzi di emozione, che non si sono ancora dissipati. In questa ragnatela ectoplasmica ci sono pensieri occasionali o definiti, immagini, odori, sapori ed altro ancora. Fulminatore e Kong sono andati a colpo sicuro, conoscendo la portata dei poteri non ancora pienamente sviluppati degli allievi di Red O'Neal. Il dottor Occulto viene messo a conoscenza del ritrovamento, ma in quel frangente irrompono gli immancabili sgherri dell'organizzazione criminale. Saltando da fermo, senza alcuna rincorsa, Kong si tuffa nel mucchio. La sua azione a sorpresa abbatte tre nemici, impedendo loro di sparare. Peraltro dovrebbero fare attenzione a dove finiscono i proiettili delle loro armi da fuoco, essendo in presenza di un ordigno atomico, che per sua natura è tutto fuorché gestibile e rassicurante. Gli armigeri si allargano a ventaglio, coll'intento di prendere in mezzo l'uomo bestia di Evolution. Fulminatore evita loro una serie di fratture scomposte colpendoli con scariche elettriche non letali ma dolorosissime. La disputa dura pochi minuti ed è a senso unico: i cattivi hanno perso il fortino, ed i buoni hanno messo le mani sulla bomba atomica, o almeno così pare. Come gli Annusatori delle Tenebre, anche gli Esploratori dei Sogni collaborano con Evolution. Nella tana dei licantropi, il Lupo Nero presidia i corpi dei suoi colleghi, che stanno viaggiando nei sogni altrui. Cercano riferimenti ad ordigni nucleari e distruzioni di massa. Rebecca, Sonia, David e Pedro assumono la forma a loro più congeniale: quella dei lupi mannari bipedi. I quattro Giovani Licantropi cacciano assieme, passando attraverso i sogni di persone che sovente si destano di soprassalto. Alcuni bambini chiamano la mamma ed il papà, svegliandoli nel cuore della notte, ma i lupi mannari hanno altri bersagli da colpire, e passano oltre. La dimensione onirica muta di continuo, in modo imprevedibile. Dalla cima di una collina, i Giovani Licantropi osservano un gruppo di individui sospetti, che armeggiano attorno ad un aggeggio dall'aspetto strano. In un altro quadrante di quella dimensione, pressoché priva di limiti spazio-temporali, Clara e Cyberdog compiono grandi balzi; i loro simbionti alieni, Transformatron e Tecnoragno, hanno imparato a seguirli anche in quello stato dell'esistenza, e li fortificano considerevolmente. Sulla Terra, il cagnolino cibernetico e Clara sono vincolati dalla gravità, che nella dimensione dei sogni è un fenomeno marginale. Seguono abbastanza agevolmente tre banditi, che attraversano rombando un bosco, a bordo di grosse moto fuoristrada. Braxcat, che è l'unico a poter circolare nella dimensione dei sogni con il suo corpo fisico semi-demoniaco, si è fatto crescere due grosse ali da pterodattilo. Come un piccolo drago volante, l'araldo di Braxal combatte una battaglia area contro un triplano; il pilota, emulo del Barone Rosso, non si formalizza peraltro a combattere contro un gatto volante, e cerca di abbatterlo a mitragliate. I terroristi che effettuano regolazioni a quello che è sicuramente un ordigno letale non si avvedono dell'attacco lampo dei Giovani Licantropi, che iniziano ad ululare solo quando giungono a pochi metri di distanza dalle loro prede. La battaglia è cruenta al punto giusto, e la sorpresa gioca a vantaggio dei quattro mutaforma lupeschi. Trattandosi di un sogno, non ha alcun senso infliggere ferite più o meno profonde. Catturarli, legarli ed interrogarli sì. Ogni resistenza da parte dei bombaroli cade completamente quando la Maga, nel suo corpo astrale, si unisce ai suoi alleati pelosi. I cattivi non possono sfuggire al suo potere in questa dimensione, come non potrebbero nella nostra. L'allieva del dottor Occulto fruga nelle loro testoline alla ricerca di informazioni sensibili, e le ottiene. Clara e Cyberdog piombano su due dei motociclisti, abbattendoli; le moto rimbalzano e si schiantano contro gli alberi. Il terzo della banda si sente ormai in salvo, quando da un buco nello spazio compare Braxcat. Il gattino demone ha appena precipitato al suolo il suo Barone Rosso, e sta cercando altre grane. Velocissimo, piomba sulla sua vittima, piantandole artigli lunghi e sottili nella schiena. Così anche il terzo dei teppisti si schianta pesto e sanguinante. Gli Esploratori dei Sogni, conclusa la loro missione, si riuniscono in un batter d'occhio, grazie alla peculiare natura della dimensione onirica. Adesso la Maga ha modo di scandagliare anche le testoline dei tre motociclisti feriti ed abbacchiati. Sulla Terra i medesimi terroristi sognanti tentano di sfuggire alla cattura svegliandosi, ma la mutante telepatica glielo impedisce. Si tratta di fanatici, che assecondano un piano di distruzione di massa per motivi futili e stupidi. Le informazioni che sono costretti a rivelare confermano l'esistenza di un secondo ordigno atomico. Quindi forse la bomba trovata da Kong e Fulminatore era uno specchio per le allodole; oppure il secondo ordigno configura un piano B. Dragonfire giunge volando con il suo dragoncraft alla diga che un'altra banda di pazzi vorrebbe fare saltare in aria. Il dottor Occulto che, dalla Vae Victis segue l'evolversi della situazione, sospetta che le bombe e la diga facciano parte di un unico pacchetto, e che alla fine i veri mandanti siano i soliti vecchiacci maledetti di Omega. Difficile che altri abbiano i mezzi e la capacità di ordire piani tanto complicati, e difficili da comprendere e sventare. Occulto avvisa Dragonfire delle vittorie conseguite da Evolution e dagli Esploratori dei Sogni. Intanto il drago deve fare i conti con i colpi di una contraerea, che lo ha preso di mira. Basta però un piccolo sforzo di concentrazione ed il suo supporto di volo antigravitazionale balza in avanti a velocità prossima a quella del suono. I terroristi che hanno preso possesso della diga sono molti e bene armati. La versione mediatica, secondo la quale queste azioni siano condotte da ex studenti ed ex cammellieri, è leggendaria e volutamente fasulla. Non dimentichiamo che Omega manipola i media, ed i mezzi busti televisivi si limitano a leggere notizie sovente prive di fondamento. Alcuni proiettili colpiscono la corazza naturale di Dragonfire, lasciandolo indenne ma non indifferente. I suoi avversari intenderebbero uccidere per annegamento migliaia di persone, con danni collaterali incalcolabili. Il drago di Evolution è qui per impedirlo con un impeto ed una motivazione che dovrebbe indurre i mercenari bombaroli a scappare il più lontano possibile. Ma ormai per loro è troppo tardi.

venerdì 15 agosto 2014

INDAGATORI E VENDICATORI_358° episodio

In piena estate, la notizia non suscita l'attenzione che meriterebbe. Un ex marito uccide l'ex moglie davanti ai figli. Poi scappa. La polizia organizza posti di blocco, ma il delinquente gode dell'appoggio di qualche suo compare di delitti e merende. Questo è un lavoro per gli Hunter Killer. I serpentoidi extraterrestri inseguono i criminali per mestiere; autorizzati dalle autorità delle nazioni che hanno aderito a questo contratto d'ingaggio. Gli Hunter Killer aspettano solo che sia emessa una taglia sul delinquente. La cosiddetta opinione pubblica non deve sapere dell'esistenza di un tale accordo con quelli che i cittadini considererebbero dei mostri. L'opinione pubblica in realtà è una favola, una farsa ed una bufala. I giornalisti sono pagati, ed anche parecchio, per fabbricare e distribuire al popolo bue le ferme convinzioni che i governanti desiderano e preferiscono. I giornali non fanno interviste, ma suggeriscono risposte a domande che qualcuno studia a tavolino. I giornalisti non sanno delle taglie sui criminali, perché se pubblicassero la notizia i perbenisti dovrebbero far finta di cadere dal pero. Molti tra i perbenisti recitano infatti una parte, utile a calmare una parte dell'elettorato bue. I perbenisti più illustri sono ricchi come i loro avversari politici, e tutti assieme prendono in giro i cretini. Un muro di gomma che però qualche volta si mostra incrinato. Un giornalista rampante, senza altro dio che il successo, riceve un'imbeccata da una delle sue fonti. In realtà si tratta di una manipolazione ordita da Omega, ai danni degli Hunter Killer, notoriamente alleati di Evolution. Al giornalista viene raccontato di attività aliene sulla Terra. Il giornalista dapprima ridacchia; poi però, spinto dall'avidità, cerca di quantificare il suo guadagno, caso mai la pista conducesse veramente a cacciatori di taglie provenienti da un altro mondo. Quella notte stessa il giornalista viene condotto dal suo contratto in un luogo estremamente isolato, dove i serpentoidi si riuniscono. L'umano deve introdursi in cunicoli che metterebbero in difficoltà finanche uno speleologo professionista. Il giornalista non è uno speleologo e non è neppure vestito adeguatamente. Bisogna riconoscergli una grande testardaggine, perché a forza di battere la testa contro ostacoli nel buio giunge al punto di osservazione che il suo collaboratore gli aveva promesso. Il suo contratto nel frattempo ha però tagliato la corda, giacché neppure il denaro di Omega lo può convincere ad avvicinarsi troppo a quegli alieni letali. Dal giornalista ha già incassato la cifra pattuita, ed ha ottenuto ciò che cercava; che si arrangi. Nel grande sotterraneo poco illuminato ci sono quattro enormi rettili che paiono scolpiti nella roccia. All'inizio il giornalista pensa siano statue, ed è pronto a tornare sui suoi passi per farsi restituire i soldi dal tizio che a questo punto sembra gli abbia tirato un bidone. Lo farebbe tirando un sospiro di sollievo, poiché non saprebbe come reagire se quei rettili minacciosi fossero vivi. Li osserva ancora una volta, con maggiore attenzione. Gli pare di avere finanche notato un movimento in quelle spire serpentine. Poi accade che il più grosso tra gli Hunter Killer volti la sua enorme testa verso il giornalista, che si rende conto di distare poche centinaia di metri da quel terrore proveniente da abissi imperscrutabili. Stritolatore fissa i suoi occhi magnetici negli occhi del piccolo umano, che si sente come un topolino, preda e prossima cena di un rettile senza pietà. Questo è vero: i serpentoidi non conoscono la pietà; non sarebbero cosa farsene. Non hanno conquistato il loro pianeta con le chiacchiere, bensì con la forza delle spire, delle zanne velenifere e delle creste ossee frontali. Ciò che il giornalista ancora non sa è che gli Hunter Killer sono in cinque, e Sysform è dietro di lui. Sysform è un serpentoide femmina; l'unica del gruppo degli Hunter Killer. È decisamente più piccola di Stritolatore, Boa, Pitone ed Anaconda, ma non le sarebbe difficile uccidere il giornalista in due o tre modi diversi. Invece si limita a studiarlo, grazie ai suoi sensi alieni. La lingua di Sysform saetta come quella dei serpenti terrestri; lo annusa, ma forse non intende cibarsene. Il giornalista viene condotto nel sotterraneo e circondato dagli Hunter Killer, che dimostrano di avere un loro senso dell'umorismo. Il giornalista non si sta tuttavia divertendo in alcun modo. Non è armato, ma non oserebbe estrarre una pistola neppure se ne avesse una. Adesso i serpentoidi gli parlano, usando un dispositivo di traduzione simultanea che rende comprensibili agli umani i sibili prodotti da quelle laringi extraterrestri. Il risultato è una sequenza di parole roche, prive di qualsiasi tono amichevole. Stritolatore chiede al fastidioso umano cosa ci faccia da quelle parti, e perché li stesse spiando. Il giornalista viene colto da un'intuizione che gli salva la vita, e rivela a quella creatura da incubo la sua indagine sui cacciatori di taglie alieni. I serpentoidi confabulano tra loro; le opzioni sono di eliminare l'intruso o di coinvolgerlo nella loro missione come osservatore. La seconda è una posizione di minoranza, sostenuta da Sysform e Boa. La decisione spetta comunque a Stritolatore, che è il capo degli Hunter Killer. Lui al momento non ha fame, per cui il giornalista rimane in vita. Stritolatore affida a Sysform ed a Boa il fastidioso bipede, e subito prende ad occuparsi d'altro. Steve, questo il nome del giornalista, inizia quindi ad indagare sull'ex marito assassino in fuga. Gli Hunter Killer lo vogliono trovare prima della polizia, per incassare la taglia; sperando che quel maiale non si suicidi. Steve chiede in giro, sapendo che due serpentoidi letali lo tengono d'occhio. Il criminale potrebbe essersi allontanato in autostrada, oppure essersi nascosto. Si tratta di capire se abbia amici o compari disposti a rischiare la galera per aiutarlo. Boa e Sysform si muovono attraverso cunicoli e cantine. Grazie alla loro tecnologia aliena ascoltano i discorsi di molte persone, che non immaginano di essere spiate. Men che meno gli umani immaginano che ad osservarli siano dei cacciatori di taglie extraterrestri. Tutto sommato Steve si lascia coinvolgere in questa strana esperienza al limite del credibile. Si rende conto che, comunque vada a finire, se non sarà divorato dai suoi nuovi amici, non oserà raccontare ciò che è realmente accaduto; in merito a ciò, i serpentoidi non hanno dubbi. A notte inoltrata, Steve incontra Sysform e Boa, in un edificio semi abbandonato. Lui ha scoperto qualcosa, che non crede l'ora di rivelare, ma gli Hunter Killer non si vedono. Arrivano viceversa dei teppisti che usano quelle rovine urbane come base per lo spaccio della droga. Vedendolo da solo, i tagliagole ridacchiano. Steve teme per la sua incolumità, ma anche per quella di quei cretini; ma per loro è troppo tardi. Veloce e massiccio, Boa ne atterra due, mentre il terzo incappa in Sysform, che lo abbatte con un colpo della sua durissima testa in pieno petto. Le creste ossee della serpentoide producono un sinistro scricchiolio urtando le costole del fragile umano. I teppisti sono a terra, immobili e forse morenti. Gli Hunter Killer sono autorizzati ad uccidere la feccia umana, ma non dovrebbero seminare in giro troppi cadaveri in azioni collaterali. Il giornalista è ovviamente impressionato dalla potenza e dalla mancanza di scrupoli dei serpentoidi. Ma riflette sul fatto che taluni umani si comportano anche peggio, senza avere la scusa della nascita extraterrestre. Tocca a Steve bussare alla porta della casa dove il marito assassino si è rintanato come un topo di fogna. Nel frattempo Sysform e Boa entrano da una finestra. Steve si presenta come ciò che è: un operatore dei media. È molto bravo ad imbambolare l'ignobile figuro, permettendogli addirittura un'intervista. Il delinquente quasi ci casca, giacché vanno di moda le interviste a chi spara o sgozza i propri familiari. Ci sono troppi idioti che per motivi imperscrutabili vogliono trovare una giustificazione a qualunque efferatezza. Come se esistessero provocazioni sufficientemente grandi da autorizzare i comportamenti dei degenerati che fanno notizia. Alla fine però il criminale scaccia il giornalista. Sta pensando di consegnarsi alla polizia. Nessuna fuga eroica in autostrada; nessuna sparatoria finale. Il tizio che ha appena eliminato l'ex moglie non ha alcuna intenzione di suicidarsi, e non è per nulla pentito. Troverà un avvocato di quelli che venderebbero la loro madre per trenta denari, o forse meno. Simulerà un disturbo bipolare; suona bene e nessuno sa cosa sia, né se esista sul serio. In casa trova però ad attenderlo Sysform la serpentoide. Steve scoprirà in seguito che Boa è stato incaricato di una nuova cattura, vivo o morto. Visto che l'assassino ha lasciato la porta socchiusa, il giornalista cede alla curiosità morbosa che lo muove. In casa, la cacciatrice e la sua vittima si confrontano. Un rettile serpentiforme lungo tre metri impressionerebbe chiunque. Sysform pensa a cosa combinerebbe l'umano se si trovasse di fronte uno dei maschi del gruppo. Sono tutti più grossi del più grosso serpente terrestre, e Stritolatore è il massimo. L'assassino tremante riesce tuttavia ad impugnare la pistola con la quale ha posto fine alla vita dell'ex moglie. Steve coraggiosamente cerca di convincere il delinquente ad arrendersi, ma ottiene solo di farsi prendere di mira. Poi, in una frazione di secondo, la velocissima Sysform scatta come una molla d'acciaio, ma non colpisce con la testa protetta da durissime creste ossee, bensì con le zanne velenifere. Come due pugnali penetrano nella spalla sinistra della preda, inoculandogli un veleno paralizzante, che entra subito in circolo. Intanto Boa ha a sua volta trovato un padre che ha accoltellato la figlia di un anno e mezzo. I serpentoidi sono spietati quanto basta e verso chi lo merita. Non capiscono però certi comportamenti contro natura. I serpentoidi difendono i loro cuccioli; non li uccidono. Questo delinquente si è già consegnato alla polizia, e si sente sicuro in cella. Si sbaglia di grosso, perché gli Hunter Killer hanno preso in carico la sua taglia. Sysform osserva senza particolare interesse l'agonia della sua preda. Peccato non potergli bere il sangue, dato che è saturo di tossine di vario tipo. Steve è affascinato da ciò che ha visto, e spera che gli Hunter Killer lo rendano partecipe di molte altre esecuzioni come questa. Una feccia umana sta morendo in una pozza dei suoi fetidi liquidi, e Steve ne è semplicemente estasiato. Il motivo per cui vengono emesse le taglie sulla cattura o sulla eliminazione fisica dei criminali è il diffuso buonismo che impedisce di fare pulizia legalmente. Così accade che un condannato alla pena capitale rimanga detenuto per una o due decine di anni prima della esecuzione. Boa sa dove trovare la sua vittima, che a sua volta è un carnefice. L'informazione gli arriva segretamente dai vertici della più polizia stessa. Unico piccolo ostacolo un secondino che non dovrebbe trovarsi lì. Ha sostituito un collega ammalato ed ora rischia di essere massacrato da un serpentoide extraterrestre. Quando Boa scivola nel locale che conduce alle celle di detenzione, il secondino arretra allarmato, armeggiando con la sua pistola. L'Hunter Killer si limita a fissarlo con i suoi terrificanti occhi gialli, e mentre lo fa proietta la sua forza sciamanica nella mente del secondino. Ne risulta uno sconvolgimento che costringe l'umano ad inginocchiarsi. Si tiene la testa tra le mani, cercando di fare cessare quel grande dolore. Boa gli parla grazie al traduttore universale. Una voce antica, saggia, possente e spietata, che non gli chiede bensì gli ordina di aprire la cella. Il criminale in essa detenuto, che si illudeva di cavarsela dopo il grave delitto commesso, non implora pietà, giacché il terrificante serpentoide non si farebbe di certo ingannare da argomentazioni che imbambolerebbero taluni sfaccendati e decerebrati umani. La stretta di Boa non lascia scampo al delinquente che poche ore fa ha accoltellato sua figlia, mentre si trovava nella culla, e forse strillava come fanno tutti i bambini. Nessun pentimento nell'assassino, ma a Boa la cosa non fa né caldo né freddo. Non lo morde per non agevolargli la dipartita. Lo avvolge viceversa in un abbraccio tale da mettere in difficoltà un bufalo della savana. Infine il cuore nero della feccia umana gli esplode del petto. Il sangue esce dalle orecchie e da ogni altro l'orifizio, portandosi via quella esistenza degenerata. Data la stranezza del decesso, tocca alla detective Lucrezia indagare. Lei, che è simbionte della donna leopardo di Evolution, immagina che sia opera degli Hunter Killer, e li invidia per la loro missione e specialmente per la loro licenza di uccidere. Poco dopo però riceve una comunicazione urgente, per un caso di terrorismo urbano, e smette di pensare alla povera bambina pugnalata e vendicata. Si dice che la vendetta non sia soddisfacente, ma lasciare sopravvivere certi soggetti è peggio. Elisabetta e Valeria, le sue assistenti dotate di poteri telepatici, vengono messe a conoscenza che un gruppo di pazzi sostiene di avere collocato un ordigno nucleare in città. Non bisogna allarmare la popolazione, quindi la ricerca deve mantenere un basso profilo. Sono coinvolti anche i giovanissimi Annusatori delle Tenebre, che quella notte stessa usano i loro poteri per cercare le tracce di una bomba atomica. Elisabetta e Valeria possono scandagliare telepaticamente alcune menti umane alla volta. Un potere che funziona solo a distanza ravvicinata. Ciononostante le due ragazze e la detective Lucrezia non si sottraggono a quella incombenza. Evolution intanto si concentra su piste più probabili localizzate dal super-computer Galadriel.